Normativa PVR: dagli esercenti una richiesta unanime di chiarezza, uniformità e meno burocrazia.
Le risposte raccolte dallo speciale di Agimeg sui Punti Vendita Ricariche restituiscono un quadro estremamente compatto: la normativa che regola i PVR è percepita come confusa, disomogenea e soggetta a interpretazioni differenti da territorio a territorio. Gli esercenti non chiedono una rivoluzione del sistema, ma un intervento deciso su alcuni punti chiave che emergono in modo costante: maggiore chiarezza, uniformità nazionale e minore burocrazia. Quasi tutte le testimonianze – con rare eccezioni – convergono infatti sulla necessità di regole univoche, semplici e trasparenti, che consentano ai PVR di operare con certezza e continuità.
Alcuni Punti spiegano con grande precisione il nodo principale: oggi il quadro normativo è frammentato, spesso interpretato in maniera diversa, e questo genera difficoltà operative quotidiane nei punti vendita. Il risultato è una perdita di efficienza e, soprattutto, un indebolimento della funzione stessa del PVR come presidio di legalità. Più chiarezza significherebbe aiutare sia gli esercenti sia i concessionari e i giocatori, riducendo i margini di ambiguità che oggi possono favorire comportamenti non conformi.
Regole semplici, limiti più lineari e una normativa valida per tutti rappresenterebbero un passo fondamentale per eliminare quella “confusione” che molti citano come ostacolo principale. Regolamenti rigidi o interpretati in modo disomogeneo favoriscano il mercato illegale, che invece andrebbe contrastato con strumenti chiari, linee guida uniche e controlli coerenti.
Un’altra istanza molto forte riguarda la burocrazia. Molti Punti sottolineano che la normativa attuale è appesantita da procedure complesse, difficili da interpretare e non sempre accompagnate da indicazioni chiare. Per molti PVR, la priorità è ridurre gli adempimenti ridondanti e rendere il sistema comprensibile anche senza l’intervento costante di consulenti esterni, che rappresentano un ulteriore costo.
La tendenza generale è che l’insoddisfazione non riguarda l’esistenza della normativa, bensì la sua complessità e la sua incoerenza territoriale.
Da lb/AGIMEG


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