“Affrontare il tema del gioco pubblico richiede un approccio serio, basato su evidenze scientifiche, e un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte. È una questione che riguarda milioni di cittadini e centinaia di migliaia di lavoratori, e non può essere semplificata con slogan o posizioni ideologiche. Parliamo di una realtà articolata, che comprende 33 tipologie di giochi e due canali distributivi – fisico e online – ciascuno con caratteristiche, rischi e potenzialità differenti. Fare di tutta l’erba un fascio è un errore che rischia di compromettere l’efficacia delle politiche di regolazione e tutela.”

A sottolinearlo è l’avvocato Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Associazione concessionari di giochi pubblici, in una nota che ripropone il suo recente intervento all'evento “Stati generali del gioco”,  promosso dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall'Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d'azzardo, alla Camera dei Deputati.

“Demonizzare oggi il gioco online, come in passato è stato fatto con le slot, significa rischiare di colpire il bersaglio sbagliato. L’unica via efficace è quella di adottare un approccio razionale, differenziato e pragmatico, capace di riconoscere le specificità del settore e di intervenire in modo mirato”, sottolinea Cardia. “Il nostro obiettivo è garantire un’attività regolamentata, sicura e sostenibile. Oggi la tecnologia offre strumenti avanzati per costruire un sistema di gioco più responsabile: apparecchi 'safe', in grado di tutelare la privacy degli utenti e, al tempo stesso, riconoscere la presenza di minori o comportamenti di gioco problematici. In questi casi, il sistema può avviare automaticamente messaggi dissuasivi e coinvolgere il gestore dell’esercizio, che rappresenta un punto di presidio sul territorio e non un nemico da combattere.
Nessuna soluzione semplice può risolvere un problema complesso. Il proibizionismo da una parte e la liberalizzazione senza regole dall’altra sono scorciatoie inefficaci, che non fanno altro che alimentare rischi e ambiguità. L’unica strada possibile è quella che combina innovazione tecnologica, consapevolezza, prevenzione e politiche attive, soprattutto a livello locale”.
 

Il presidente di Acadi quindi rileva: “In questo contesto, è fondamentale che tutte le componenti della filiera del gioco pubblico contribuiscano, anche attraverso la leva fiscale, a sostenere le Regioni nelle attività di contrasto al gioco patologico. Non si può più parlare di giochi 'buoni' o 'cattivi': ciò che serve è un approccio equilibrato, responsabile e coerente, capace di mettere davvero al centro la tutela della persona”.

 

Da Gioconews, 08/07/2025