La vicenda del presunto giro di scommesse illegali in cui sarebbero coinvolti, tra gli altri, alcuni calciatori di serie A, ha riacceso i riflettori sul gioco clandestino. È un fenomeno di cui non si parla abbastanza (ma La Voce del Tabaccaio se ne occupa regolarmente con una rubrica dedicata) contro il quale ADM e Forze dell’Ordine combattono quotidianamente sia attraverso i controlli fisici sul territorio sia attraverso il monitoraggio del web alla ricerca di siti di gioco non autorizzati. Nonostante questo prezioso impegno, l’illegalità nel settore è ancora diffusa, a scapito sia degli utenti sia della rete di raccolta autorizzata.
L’offerta illegale danneggia tutti: i giocatori, risucchiati nel vortice clandestino, si rovinano con puntate senza limiti alla ricerca di vincite di cui non è garantito né il pagamento né la ciclicità; i ricevitori autorizzati subiscono una concorrenza sleale e spietata; i concessionari, sia terrestri che on line, faticano a competere con gli allibratori clandestini che, non dovendo pagare tasse, offrono quote più appetibili.
Come dimostra l’inchiesta di questi ultimi giorni, l’offerta parallela è florida e quindi bisogna fare di più a livello di prevenzione e di repressione ma anche a livello normativo. Tra gli obiettivi del riordino normativo del gioco espressamente previsti nella delega vi è il potenziamento del contrasto del gioco illegale e delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nell'offerta di gioco attraverso il rafforzamento della disciplina sulla trasparenza dei concessionari. Ma la stretta sui soggetti già abilitati non basta e, forse, è superflua perché, sopra tutto, bisogna andare a cercare nel sommerso, tra le pieghe nascoste del web e nei retrobottega dove operano le bische clandestine.
In quest’ottica, per affinare gli strumenti a tutela dei giocatori e della filiera autorizzata, che siano date maggiori risorse alle Forze dell’Ordine e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.